giovedì 26 maggio 2016

Come snervare il controllore

Che saliamo in treno, in metro o in autobus, siamo tutti abituati ai controllori.
Questa figura del resto è presente in tutta Europa se non in tutto il mondo.
Vi sono luoghi come Londra in cui le politiche dello Stato tendono a formare controllori sorridenti e rispettosi, che controllano le persone appena entrano nei mezzi ed offrono di fare immediatamente il biglietto. Vi sono altri luoghi in cui ci troviamo davanti a persone cafone, che esercitano il loro potere in maniera abusiva e arrogante, quasi che lo scopo del loro lavoro sia farla pagare a qualcuno o incutere timore piuttosto che offrire un servizio sereno e pagato da tutti a prezzo di mercato. Ne è un esempio Cracovia (Polonia) in cui i controllori fino a pochi mesi fa giravano in borghese e di colpo esibivano tesserini e macchinetta in faccia alle persone, dicendo ad alta voce "preparare i biglietti per il controllo". Sembrava più un blitz della polizia che un normale controllo.
In Italia assistiamo a scene di tutti i tipi, sia con controllori che alla fine lasciano perdere perché "questi passeggeri sbandati tanto non ha soldi per pagare" che con controllori che si puntano in maniera eccessivamente rigida, anche in base al tipo di servizio offerto.
Se state leggendo questo articolo significa che uno specifico soggetto per qualche ragione vi ha dato sui nervi. Non siamo qui per giudicare chi abbia ragione o torto, ma per illustrare una tecnica da "rompiscatole" studiata a Cracovia (Polonia).
Nella maggiorparte dei casi, soprattutto quando i controllori intendano fare una "retata" di furbetti, il loro atteggiamento si fa altezzoso, autoritario e volto a spronare le persone ad esibire immeditatamente il titolo di viaggio.
Ci troviamo quindi davanti a persone "accelerate", che esigono che si risponda immediatamente ai loro ordini. Per tale tipo di autorità, nulla è più snervante di chi reagisce in maniera rallentata.
D'altra parte, nei termini e condizioni di tutti i mezzi di trasporto esaminati, non appare mai la clausula che stabilisca in quanto tempo debba essere fornito il biglietto, e anche qualora si volesse accusare il rompiscatole di ostruzionismo, si dovrebbero trovare chiari segni o dichiarazioni.
Nel momento in cui appare quindi il controllore, invece di abbassare il capo e cercare furiosamente il biglietto basta abbozzare uno sbadiglio ed una faccia non molto sveglia. Si sorride in maniera sempre "ebete", per dimostrare che non si ha timore e che non si ha nulla da nascondere, e poi con calma si fruga tra le carte delle proprie tasche cercando il titolo valido.
Anche nel momento di porre il biglietto al controllore, il nostro movimento sarà dolce e lento.
Quando sarà invece il momento di ritirarlo, abbiamo un asso nella manica. Prima di prenderlo, guardiamo fuori dal finestrino, fingiamo di non vedere il controllore e solo dopo 5 - 10 secondi, con fare ancora dolce e lento, riprendiamo il nostro titolo di viaggio sorridendo al poveretto che avrà già perso l'occasione di controllare altre 4 o 5 persone.
Sembra una piccolezza, ma bastano due o tre "rompiscatole" in un vagone a cambiare la situazione.

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